Il miele per le ustioni e le ferite
Nei tempi antichi, a dire il vero, il miele era già ampiamente utilizzato in medicina per la rimarginazione delle ferite. Antichi papiri egizi riguardanti le tecniche chirurgiche lo citano come rimedio, così come anche testi greci, cinesi e della medicina ayurvedica tradizionale. Più recentemente, nella seconda guerra mondiale, bendaggi al miele erano comunemente usati come antibiotici locali.
Il primo dei due studi in questione, quello del ricercatore neozelandese Andrew Jull, suggerisce di spalmare il denso liquido ambrato sulle ustioni per ridurre il tempo di guarigione della lesione; nel migliore dei casi si arriva ad anticipare la rimarginazione di quasi quattro giorni. Invece la statunitense Jennifer Eddy, che sta completando uno studio sull’uso del miele nel trattamento contro le ulcere da piede diabetico, afferma che i pazienti potrebbero ritenerlo parte di una terapia alternativa o per lo meno prenderlo in considerazioni in seguito ad una reazione avversa ad altri trattamenti locali.
Il miele infatti secca le ferite e contiene perossido di idrogeno, entrambe queste proprietà contribuiscono all’eliminazione dei batteri. “L’uso topico del miele è più economico di altri interventi, ad esempio degli antibiotici orali, comunemente utilizzati e che spesso hanno effetti collaterali deleteri per il paziente“, spiega la Eddy. Aumentano dunque i possibili usi del miele in medicina: già ne è stata mostrata infatti la sua utilità contro mal di gola e malanni invernali… mentre numerose “prove empiriche” hanno più volte dimostrato che su una bella fetta di pane è un vero toccasana contro l’umor nero.
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