I filtri solari sono tutti uguali?
Non mi riferisco alle differenze cosmetiche, ovvero alla presenza/assenza di profumazione o alla formulazione in crema piuttosto che in latte, spray o altro.
Specificatamente, mi riferisco solo ed esclusivamente al fattore di protezione che come sappiamo è definito da SPF (sun protection factor).
SPF è quel numero (es.15, 30, 50, 50+) riportato sulla confezione che definisce il grado di protezione ed è calcolato sperimentalmente con un metodo universalmente riconosciuto e adottato dalle maggiori aziende di solari.
La dicitura SPF ha permesso di fare chiarezza perché in confronto la frase «testato nel Sahara» non significa assolutamente nulla, non fornisce un dato sul grado di protezione del prodotto, anche se commercialmente il messaggio è molto forte perché gioca sull’immaginazione della persona indotta a pensare che se va bene nel deserto figurarsi in riviera!
Tuttavia nel 2008 la Commissione Europa ha stabilito delle nuove direttive, riguardanti le norme di etichettatura dei solari, alle quali non tutte le aziende a tutt’oggi si sono adeguate:
- schermo totale o protezione totale sono definizioni che non possono essere più usati, in quanto nessun solare garantisce una protezione pari al 100% dai raggi UV;
- le nuove categorie di fotoprotezione, che devono essere riportate sulle confezioni, sono: bassa, media, alta e molto alta. La protezione bassa include il vecchio SPF 6 e 10, quella media il fattore di protezione 15, 20 e 25, quella alta il 30 e 50 e infine quella molto alta il 50+;
- infine, le etichette devono riportare le istruzioni e le avvertenze per esporsi correttamente al sole.
Quindi le nuove direttive racchiudono già nella stessa categoria, ad esempio quella alta, solari con fattore di protezione differente il 30 e il 50 ma la domanda iniziale era se, invece, tutti quelli con uguale fattore di protezione, ad esempio 50+, sono uguali tra loro.
Non lo sono per il semplice motivo che da nessuna parte è riportato per quanto tempo riescono a garantire nel tempo quella specifica protezione solare a parità di condizioni: pelle bagnata, sudata, ecc.
Molti solari con protezione molto alta si inattivano immediatamente, o quasi, perché la loro composizione chimica è poco o nulla in equilibrio e gli ingredienti tendono a degradarsi, separarsi tra loro facendo perdere l’efficacia del solare stesso.
Se volessi estremizzare e semplificare il concetto esposto, immaginate due auto la cui velocità di punta è la stessa: 150 Km/h, con la differenza che la prima non appena la raggiunge fonde il motore mentre l’altra continua a viaggiare a quella velocità con il minimo sforzo.
Ed è questo uno dei motivi per cui il dermatologo invita, durante l’esposizione al sole, a rinnovare l’applicazione del solare almeno ogni due ore per cercare di mantenere nel tempo lo stesso grado di protezione.
Quindi prestate attenzione alla prescrizione del solare del vostro dermatologo, il quale in base al vostro tipo di pelle, alla sua sensibilità, alla sua reattività, al tipo di patologia cutanea eventualmente presente e al tipo di allergia da contatto non mancherà di indicarvi il solare migliore e individualmente performante.
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