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Posted by on Gen 22, 2014 in Dermatologia | 0 comments

Dermatite seborroica: come riconoscerla?

dermatite-seborroicaMolti la conoscono come forfora, ma la non è costituita solo da quelle piccole scagliette di pelle che si osservano sulla testa di molti uomini e alcune donne. Questa comune condizione, può comparire anche su altre aree del corpo e si calcola interessi almeno il 10% della popolazione adulta, con stime che vanno oltre il 20%. «La dermatite seborroica interessa soprattutto le regioni ricche di ghiandole sebacee e si manifesta con chiazze rosse e desquamanti, che a volte causano anche », spiega , direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Catania.
Nel suo sviluppo giocano un ruolo importante lieviti, del genere Malassezia (soprattutto Malassezia globosa e Malassezia restricta ), che si trovano normalmente sulla cute e diventano aggressivi solo in particolari situazioni. Il risultato è un processo infiammatorio, associato a modificazioni qualitative e quantitative nella produzione sebo. Esistono poi alcuni fattori scatenanti che, in soggetti geneticamente predisposti, favoriscono le riacutizzazioni della malattia, che ha un tipico andamento ciclico, con fasi di remissione alternate a periodi di peggioramento.

Quali sono i fattori che la favoriscono? «Possono essere stress, variazioni ormonali, riduzione delle difese immunitarie. La dermatite seborroica ha anche una stagionalità: di solito migliora d’, se l’esposizione al sole non è eccessiva, e peggiora in inverno per freddo e bassa ».

Quali sono i criteri per diagnosticarla? «Le aree colpite sono arrossate e coperte da squame piccole e untuose. Se la dermatite seborroica colpisce le zone pilifere, come il cuoio capelluto, le sopracciglia o l’area della barba, la è maggiore. Pertanto da un occhio non esperto può essere facilmente scambiata con la e altre malattie dermatologiche. Quello che la caratterizza e aiuta a distinguerla è la comparsa in zone tipiche del corpo».

Quali sono le aree più colpite? «La dermatite seborroica predilige sopracciglia, solchi del naso e regione sternale. Come già accennato, è molto frequente anche al cuoio capelluto, dove si può accompagnare a prurito. La desquamazione, può sconfinare sulla fronte, dietro l’orecchio e nel condotto uditivo esterno. Più rara a inguine e ascelle»

Come si cura? «Non esistono terapie sicuramente risolutive. Gli obiettivi del sono la riduzione della reazione infiammatoria, della produzione di sebo e della colonizzazione del Malassezia. Nelle forme lievi ciò si può ottenere con una terapia locale con a base di solfuro di selenio, piritione e, soprattutto, ketoconazolo. Questi trattamenti hanno però efficacia limitata e le recidive sono frequenti. Nelle forme gravi, resistenti e recidivanti può essere presa in considerazione la somministrazione di un antimicotico, come l’itraconazolo, per via generale».

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