Coprirsi troppo fa male alla pelle!
Il freddo fa venire voglia di rintanarsi dentro un caldo piumino e lasciare fuori solo il naso. Questo è un gravissimo errore! Dovremmo fare come gli svedesi che nei mesi freddi si spogliano nella neve e fanno il bagno nell’acqua gelata.
Con l’arrivo dell’inverno si rischia di soffocare la pelle sotto sciarpe e maglioni, così diventa secca e opaca.
Il mancato contatto con la luce e l’aria rende la pelle asfittica.
Se la copriamo troppo con maglioni e sciarpe non “respira” e non riesce a liberarsi dello strato superficiale di cheratina, rimanendo secca e opaca, non è più in grado di assorbire ossigeno ed eliminare anidride carbonica.
Per aiutare il ricambio cellulare della cute d’inverno si può ricorrere all’azione curativa del mare, ricreando a casa, nella vasca, l’habitat ottimale.
In profumeria vi sono delle bustine a base di sali del Mar Morto, oppure basta aggiungere all’acqua del bagno un chilo di sale marino integrale e qualche goccia di olio essenziale di rosmarino o arancio amaro, oltre che avere un buon profumo stimolano la circolazione.
In commercio si possono trovare anche dei prodotti a base d’acqua di mare liofilizzata.
Le donne che usano creme per la notte sanno che in inverno è meglio utilizzarne una più ricca. Per reagire alle basse temperature il nostro corpo fa affluire più sangue agli organi interni a svantaggio della pelle, perciò le cellule producono meno collagene e la cute si assottiglia.
Ci vuole una crema che sia molto ricca di liposomi che sono in grado di portare i principi attivi fino agli strati più profondi del derma. Poco importa se dà la sensazione di essere un po’ untuosa, utilizzandola di notte si può evitare l’antiestetico effetto lucido.
Con le temperature rigide esterne ed elevate all’interno degli edifici la pelle si secca fino quasi a squamarsi e si disidrata. Per questo è necessario scegliere una buona crema anche per il giorno, meno ricca di quella della notte, che agisca come una seconda pelle proteggendola dalle aggressioni ambientali esterne. Deve avere fra i principi attivi quelli che si avvicinano al fattore idratante naturale che normalmente abbiamo nell’organismo.
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